Lavorava come tornitore a Legnano presso l'officina metalmeccanica Ercole Comerio situata in via Gaeta, lungo i binari della ferrovia di fronte alla stazione, dove ora c'è il parcheggio.
Rodolfo è ricordato sulla lapide situata dove c'era la ditta. Si tratta di una "lapide ubicata all’esterno, incassata in una stele di cemento granigliato. Marmo Afyon lucido; epigrafe incisa, policroma, con caratteri a bastone, in buono stato di conservazione. Dimensioni: 163 x 100 x 3 cm.” In essa sono ricordati anche il tornitore Giuseppe Ciampini ed il fresatore Giannino De Tomasi, arrestati in fabbrica il 18 marzo 1944 in seguito ai grandi scioperi delle fabbriche dell’Alto Milanese e inviati nel lager di Mauthausen in Austria (vicino a Vienna) dove sono morti. Sono ricordati anche Luigi Colombo, saldatore, e Giacomo Wizzermann, attrezzista, caduti in combattimento.
Da Legnano Rodolfo si è spostato ad operare nel vicentino con la formazione “Martiri della Val Leogra”, divenendo il Comandante della Brigata Garibaldina "Stella" del Gruppo Brigate “Garemi” con il nome di battaglia di "Gringo" o "Griso". Non sappiamo per quale motivo abbia scelto il vicentino come zona di azione, inusuale per i partigiani legnanesi che quando si spostavano in montagna spesso andavano verso la Valgrande con le formazioni cattoliche delle Brigate Alfredo Di Dio o verso il Mottarone, la Val Toce, il Piemonte con le formazioni garibaldine di Cino Moscatelli.
Dal centro Studi Storici "Giovanni Anapoli" di Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza, sappiamo quando e come Rodolfo è stato catturato.
"31 Ottobre 1944 – Contrà Darramara di Montorso (Valli dell’Agno e Chiampo).
Rastrellamento del Distaccamento della BN di Montorso, la Compagnia della BN Marina “Legnani”, la squadra "Fiori" del SS Marina e la X^ MAS con la 3^ Compagnia del Btg. “NP” di Montecchio Maggiore.
Sono catturati Rodolfo Bendinelli "Griso” o “Gringo”, il patriota Luigi Ceresato, anni 17, da Tezze di Arzignano, imprigionato a S. Biagio e deportato in Germania, il partigiano "Vittoria" e 6 inglesi.
Dopo un pesante interrogatorio effettuato dal tenente Alcide Fiori, da Gambacorta della BN Marina e da Rino Ragazzi del BdS-SD di Bassano, e dopo la condanna del tribunale speciale di guerra, composto da Bondino Bondini, Giampaolo Vitale, Sbarra e Cesare Bellerio della BN Marina, il partigiano “Griso” è fucilato in via S. Clemente a Montecchio Maggiore".
Qui di seguito qualche dato sulla Brigata Nera "Legnani", tratto dal testo di Leonardo Sandri "Brigate Nere: una documentazione. Volume 1: Struttura – Organigrammi - Operazioni" a pagina 20 (disponibile online a questo LINK).
"Costituita con personale in servizio presso il Sottosegretariato dello Stato Maggiore Marina a
Montecchio Maggiore (Vi). Coinvolta nell’ottobre 1944 in un rastrellamento nella zona di
Montorso (Vi) dove venne catturato un partigiano, tale Rodolfo Bendinelli, successivamente
fucilato. Comandante Cesare Bellerio."
Rodolfo venne fucilato il giorno stesso della cattura, il 31 ottobre 1944. Aveva 28 anni.
La sezione ANPI di Montecchio “Camerra Gelsomino-Diavolo” ha raccolto l’ultima sua lettera scritta alla madre in data 30 ottobre ‘44 e un santino commemorativo della sua sepoltura ufficiale.
Sabato 22 aprile 2016 la loro sezione ha posto una lapide a lui dedicata sul luogo del suo assassinio, ricostruito con assoluta precisione, nella parte alta di via S. Clemente.
A Rodolfo è stata conferita una Medaglia d'Oro al Valor Militare alla Memoria.
Poche essenziali informazioni su di lui sono scritte a pag 127 del libro “Legnano nella Resistenza” a cura di Giorgio D’Ilario e Giuseppe Bruno, pubblicazione edita dal Comune di Legnano e dal Comitato Unitario Antifascista con la collaborazione di partigiani di varie formazioni: “Caduto il 31 ottobre 1944 a Montevecchio (Vicenza) – Comandante Brigata “Stella” – Proposto per la medaglia d’oro al V.M.”
La sua fotografia rientra in un quadro che riunisce i combattenti legnanesi deceduti per la Resistenza e la Liberazione, custodito presso la sede ANPI di Legnano, e il suo nome è inciso anche in una delle due lapidi del monumento posto all'incrocio tra corso Sempione e viale Cadorna.
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